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La Sindrome Metabolica

Che cos'è?

26/08/2014

La “Sindrome metabolica” è una condizione caratterizzata dalla presenza contemporanea di diversi squilibri metabolici, ognuno dei quali è già da solo un indice di rischio cardiovascolare.

E’ ovvio che se questi sintomi coesistono, il rischio di malattie cardiocircolatorie aumenta in modo importante.

La Sindrome metabolica era già stata ipotizzata verso la metà del secolo scorso, veniva definita come “Sindrome X”. Negli anni si sono succedute varie definizioni, oggi si può parlare di Sindrome metabolica quando, nello stesso soggetto, ci sono almeno 3 parametri fra quelli sotto elencati:

  • Alterato valore della glicemia a digiuno (≥ 110 mg/dl)
  • Ipercolesterolemia associata ad un valore basso di HDL (≤40 md/dl per l’uomo, ≤ 50 mg/dl per la donna)
  • Ipertrigliceridemia (≥ 150 mg/dl)
  • Ipertensione (≥ 130/≥85 mm Hg)
  • Obesità addominale (circonferenza addominale > 102 cm per l’uomo, > 88 cm per la donna)

La sindrome metabolica è in progressivo aumento nei paesi industrializzati, in rapporto certamente all’obesità sempre più diffusa. Nei soggetti con più di 50 anni è presente in oltre il 30% dei casi, nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 si trova in circa il 90 % dei casi e circa nel 70% dei pazienti ricoverati per infarto miocardico.

Lo sviluppo della Sindrome metabolica è dovuta probabilmente a fattori genetici, ma anche ad un errato stile di vita (poca attività fisica), alimentare (dieta ricca di carboidrati e grassi), al fumo, quest’ultimo provoca ,infatti, una diminuzione di livelli di HDL nel sangue (il colesterolo “buono”)

La maggior parte delle alterazioni metaboliche può essere prevenuta con una modifica dello stile di vita. I pazienti con sindrome metabolica devono correggere le loro abitudini alimentari, aumentare l’attività fisica e raggiungere il peso corporeo desiderabile, ottenendo così il controllo dei valori pressori, della glicemia, del colesterolo e dei trigliceridi nel sangue. Quando tutto questo non basta è necessario ricorrere a terapie farmacologiche e, in assenza di un farmaco specifico per la sindrome metabolica, occorre agire su più fattori di rischio presenti.

Si è visto recentemente che per ottenere un significativo miglioramento delle alterazioni metaboliche è sufficiente una riduzione del peso pari al 10 % del peso iniziale.

La dieta deve essere ipocalorica, iposodica, ricca in fibre, con pochi zuccheri semplici, con pochi grassi animali e scarso apporto di colesterolo.

Il consumo di alimenti ricchi di acidi grassi saturi (formaggi, carni grasse, burro, margarina, dolci confezionati) fanno aumentare significativamente il livello di colesterolo nel sangue, con i rischi che ne conseguono, viceversa, il consumo di cereali integrali, di legumi, di frutta e verdura, un moderato consumo di pesce, carni bianche e del buon olio extra vergine d’oliva si associano alla sua riduzione, questo perché questi alimenti sono ricchi di costituenti con effetto benefico e protettivo nei confronti del nostro organismo.

Quindi possiamo concludere che la “Dieta mediterranea” è quella che più ci protegge dal rischio cardiovascolare.

Il contenuto in carboidrati della dieta, nel paziente con sindrome metabolica, deve aggirarsi intorno al 50%, tale valore è più basso rispetto alla popolazione generale e a quella diabetica, perché una percentuale maggiore indurrebbe una riduzione di colesterolo HDL ed un aumento di trigliceridi.

In questi pazienti deve essere incoraggiato il consumo di carboidrati complessi piuttosto che degli zuccheri semplici, il consumo di alimenti a basso indice glicemico e ricchi di fibre (frutta, verdura, legumi, cereali integrali).

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